La Val Veddasca è un Sito di Importanza Comunitaria (SIC) e fa parte della rete Natura 2000 per le sue caratteristiche di grande interesse ambientale e per la sua ricchezza di flora e fauna da salvaguardare.
La Val Veddasca occupa la parte più settentrionale della provincia di Varese e si presenta ancor oggi come una valle selvaggia e incontaminata, dove notevoli sono le testimonianze della cultura rurale prealpina. La storia degli insediamenti umani nella valle è molto antica, dimostrata dal ritrovamento di graffiti preistorici.
Interamente solcata dal torrente Giona, che dal monte Tamaro scende verso il lago Maggiore, non presenta vie di comunicazione tra i due versanti. L’area è caratterizzata essenzialmente da vegetazione di tipo forestale, tra cui castagneti nella fascia collinare, faggete e boschi misti nella fascia montana. La sommità dello spartiacque destro, rappresentato dai Monti Borgna, Cadrigna, Sirti e Paglione, ospita un mosaico di vegetazioni che rappresentano stadi serali differenti derivanti dall’abbandono di pascoli a nardo.
Oltre alla rigogliosa vegetazione, altro elemento caratteristico della vallata sono le sue case, addossate le une alle altre e realizzate interamente in pietra. Il versante alla destra orografica del torrente Giona presenta numerosi, piccoli paesi tenuti in vita dalla tortuosa strada che da Maccagno conduce a Indemini, mentre sull’altro versante l’abbandono è molto più pronunciato. Sono paesi che spesso sono rimasti isolati per le pessime vie di comunicazione e dove l’unica strada sicura e percorribile era rappresentata dalle antiche mulattiere. L’ abbandono completo delle attività agro-pastorali di tipo tradizionale provoca il degrado e la conseguente scomparsa degli ambienti aperti.
Di particolare interesse è il passo della Forcora (m 1179), punto di partenza per escursioni sui monti circostanti e dove, in inverno si può praticare lo sci alpino e lo sci di fondo.
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