Piero (636 m s.l.m.) – Monteviasco (976 m s.l.m.)
E’ una passeggiata davvero imperdibile e ricca di motivi d’interessi (naturalistico, paesaggistico,
storico ed anche artistico).
Adatta a tutti, ben segnalata e su sentiero sempre ben evidente , richiede circa un’ora di cammino
(qualcosa di più agli escursionisti meno allenati).
Fattibile tutto l’anno (salvo nevicate particolarmente copiose).
Il dislivello, tenendo conto il tratto in salita per ritornare a Piero è attorno ai 500 m.
Si attraversa Piero in direzione Ponte di Piero (punto di partenza della funivia). Una
volta attraversato il Ponte sul fiume Giona, sulla sinistra, si trova il bivio – segnalato – con la
famosa scalinata (circa 1400 scalini in pietra, risalente all’inizio dell’800) che conduce a
Monteviasco, mentre l’altro sentiero, a sinistra, poco a monte del Giona, porta ai bellissimi Mulini
di Piero.
La mulattiera si mantiene tutta nel bosco, ricco di castagni, fino alla Madonna della Serta, santuario
alle porte di Monteviasco, con ampi tornanti ben disegnati; la salita è continua e con una discreta
pendenza, vale davvero la pena ammirare il duro lavoro svolto per la costruzione della scalinata in
sasso. A scandire il percorso fatto si trovano un paio di cappellette: la prima ad una decina di minuti
dal bivio di Ponte di Piero, la seconda ad una decina di minuti dal santuario della Serta.
Alla chiesa, il paese è finalmente a due passi: ci si arriva indifferentemente sia continuando a salire
che prendendo a destra. Il paese, tutto arroccato sulle pendici del monte Pola è davvero una
meraviglia, con case in sasso addossate le une alle altre. Auto non ce ne sono e fino a pochi anni fa
il modo più breve che avevano gli abitanti era proprio il sentiero appena fatto. Dopo una meritata
sosta girate con calma tutte le viuzze del villaggio: è ricco di sorprese e ben tenuto. Ci sono
numerosi affreschi appesi alle pareti delle case, una bella meridiana sulla facciata esterna della
chiesa ed anche, a monte della stazione d’arrivo della funivia, un osservatorio astronomico.
Il rientro avviene sulla stessa mulattiera fatta all’andata.
Narra la leggenda che la nascita di Monteviasco avvenne al tempo del dominio spagnolo in
Lombardia (XVI – XVII secoli) per opera di quattro soldati i cui cognomi sono ancora oggi tra i più
diffusi (Morandi, Cassina, Dellea e Ranzoni), intenzionati a sfuggire all’arresto (e le motivazioni
sono discordanti: malefatte o resistenza al regime). Una volta sistematisi si fece però presto sentire
la solitudine: la bella pensata fu quella di rapire quattro ragazze di Biegno che, sempre come dice la
leggenda, dopo le prime resistenze accettarono di rimanere con loro.
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